Il business dei casinò fa sempre più gola a tutti ed in particolar modo, dopo i grandi numeri sbandierati da Macao negli ultimi anni, tornano alla carica i nipponici che vuole sempre più con forza trovare il modo di legalizzare i casinò in Giappone, che potrebbero essere un ulteriore elemento utile a trainare la crescita economica del paese e non mancano i colossi del settore interessati a fare business con il governo di Tokio.
Tutti d’accordo, ma deve essere tutto pronto per le olimpiadi di Tokio 2020
E’ lo stesso primo ministro giapponese Shinzo Abe ad aver inserito nel programma della crescita economica la regolamentazione dei casinò in Giappone, ma a patto che il disegno di legge sia approvato velocemente entro giugno, in modo da poter avviare i lavori necessari per avere le sale da gioco operative per le olimpiadi che si disputeranno in Giappone nel 2020.
Il giro d’affari stimato è di 40 miliardi di dollari all’anno e nessuno vuole lasciarsi scappare questa ghiotta occasione. “Se il disegno di legge non dovesse essere approvato, probabilmente avremo perso l’ultima occasione e non vedremo mai sorgere un casinò nel nostro paese” – Questa la dichiarazione di Takeshi Iwaya, esponente del Partito Liberal Democratico.
I colossi del gambling sono interessati ma pongono un ultimatum
Sono diverse le società interessate al business dei casinò in Giappone e tra queste anche colossi come MGM e Las Vegas Sand che si sono rese disponibili alla realizzazione del progetto, ma che allo stesso tempo hanno dichiarato apertamente che se le cose non dovessero muoversi in tempi brevi, non potrebbero restare ancora in attesa e comincerebbero a guardarsi attorno, puntando ad altri territori del continente asiatico, come in realtà stanno già facendo con i contatti intrapresi per la realizzazione di casinò in Corea del Nord.
A frenare tutto, l’elevato rischio ludopatia
Secondo degli studi realizzati in Giappone dal ministero della salute locale è che il rischio di dipendenza da gioco d’azzardo potrebbe riguardare ben 5 milioni di giocatori, ovvero il 4,8% della popolazione totale. In pratica stiamo parlando di dati cinque volte superiori alla media mondiale e onestamente ci paiono estremamente allarmistici, ma quando si tratta di gioco d’azzardo non è una novità che si voglia tentare di ingigantire un problema che solitamente resta decisamente contenuto e circoscritto.