Un 2014 un po’ sottotono da parte dei casinò di Macao aveva impensierito, ma non troppo visto anche il recente decreto che aveva imposto nelle sale da gioco il divieto di fumo, limitando ad aree circoscritte quelle in cui era consentito ai tabagisti dare sfogo al proprio vizio, ma a preoccupare sono gli allarmanti dati relativi al febbraio appena trascorso che risultano essere i peggiori di sempre ed ecco che le grandi società del gambling mondiale cominciano a puntare gli occhi in altre terre d’Oriente come la Corea e le Filippine.
Le azioni del governo contro il riciclaggio di denaro affossano Macao
Abbiamo già parlato dell’azione fortemente voluta dal presidente delle Repubblica Popolare Cinese sul problema della corruzione, fenomeno che stava diventando una vera e propria piaga e sulle ripercussioni catastrofiche che hanno colpito i casinò di Macao. Come se non bastasse, le previsioni ulteriormente al ribasso hanno fatto rapidamente mutare i piani dei colossi del gambling mondiali che hanno subito cercato un piano di riserva.
Spostare gli investimenti in Corea e nelle Filippine
Il clima tutt’altro che favorevole in Cina, non lascia spazio alla realizzazione di nuove strutture da gioco nella città mandarina e per questo bisogna puntare a creare delle nuove città nel sempre più ricco continente asiatico dove i nuovi ricchi d’Oriente possano dar sfogo alla loro voglia di giocare d’azzardo e subito si è capito che alcune località della Corea e delle Filippine possiedono un enorme potenziale da sfruttare: oltre alle leggi favorevoli, anche il clima e la particolare posizione geografica in grado di attirare non solo i giocatori locali, ma anche i tanti turisti che visitano questi territori ogni anno. Secondo l’opinione di Aaron Fischer, quotato analista di Hong Kong un’altra zona con un grande potenziale per il gioco d’azzardo potrebbe essere il Vietnam, non resta che aspettare il passaggio dalla teoria alla pratica per capirne qualcosa in più.