L’ex colonia portoghese sotto il controllo cinese continua a far parlare di se ed ancora lo fa in maniera negativa a causa delle pesante situazione economica di cui è vittima tutto il settore del gioco d’azzardo e che ha fatto definire la recessione di Macao come la peggiore mai registrata al mondo: parola di Bloomberg.
Un -25% è quanto registra la recessione di Macao
Il giro di vite imposto dal governo di Pechino in merito alla questione legata al gioco d’azzardo continua a far sentire pesantemente i suoi effetti e a farne le spese è tutta la regione di Macao che ha fondato per l’80% la sua economia sul gioco d’azzardo e di cui almeno due terzi del fatturato era generato dai grandi scommettitori, proprio quelli che in seguito alle norme introdotte all’inizio del 2015, sono letteralmente spariti.
Una legge può avere effetti devastanti e per poter porre rimedio con azioni concrete occorre molto più di tempo di quello che sia occorso a mettere in ginocchio una delle realtà più vive al mondo. Le società che hanno deciso di impiantare una propria struttura sul suolo di Macao stanno cercando di correre ai ripari prima di tutto con una riconversione dell’offerta, facendo diventare questo luogo appetibile anche per tutti coloro che non sono appassionati di gioco d’azzardo.
La mancanza dei “polli” ai tavoli è un ulteriore motivo per cui anche il ricco mercato del poker cash è crollato. Secondo quanto dichiarato da un noto giocatore di cash game, Alec Torelli, fino a poco tempo fa era facilissimo fare soldi con i ricchi cinesi che spesso si sedevano a tavoli con cifre esorbitanti, ma che per poter giocare erano costretti a consultare le regole del gioco da manuali ed appunti. Oggi le cose sono cambiate, il professionista guadagna meno e di conseguenza è calato in maniera importante il numero di professionisti che scelgono di fare tappa a Macao per sbancare i tavoli.