E’ arrivata come un fulmine a ciel sereno la notizia che vede la New Generation srl, società che ha in carico l’appalto per la gestione dei servizi di bar e ristorante all’interno del casinò di Sanremo, comunicare un pesante taglio nei salari dei dipendenti impiegati nelle attività di ristoro della casa da gioco ligure che si troverebbero così a dover fare i conti con compensi drasticamente più bassi rispetto al passato, ma come se non bastasse l’azienda minaccia anche la cassa integrazione in deroga.
Sgomenti i rappresentanti di tutte le sigle sindacali, che non avevano mai avvertito alcun problema da parte della New Generation srl, che ha in mano la gestione del ristoro del casinò da diversi anni. Ora è stata indetta un’assemblea straordinaria urgente per far luce sulla situazione e per chiedere all’azienda appaltatrice di motivare queste sue scelte che sulla base dei fatti paiono del tutto immotivate. Bisogna capire se veramente l’appalto in essere non sia più sufficiente per coprire le spese dei dipendenti o se questa è una semplice mossa attuata per aumentare gli utili a discapito dei lavoratori e ovviamente anche dei clienti che per forza di cose si troverebbero a godere di un servizio di qualità inferiore.
Certo è che la mancanza dei tornei di poker, influisce pesantemente sulla redditività delle attività di ristoro che non possono più contare sulle centinaia di giocatori di Texas Hold’em che sono soliti affollare il bancone dei bar del casinò di Sanremo durante le frequenti pause previste dai tornei.
C’è pure chi si mette in malattia per curare l’orto
Dopo i continui casi di malattia durante le giornate di maggior lavoro nel casinò di Sanremo, la direzione ha deciso di usare il pugno di ferro ingaggiando degli investigatori privati che potessero verificare cosa facessero realmente i dipendenti che marcavano visita e ne è emerso un quadro davvero agghiacciante. In un periodo in cui il lavoro scarseggia è ancor più vergognoso sapere che ci sia chi approfitta della malattia pur stando bene, gravando di conseguenza sia sul maggior carico di lavoro che devono accollarsi i colleghi più diligenti che ovviamente sulle spalle di tutti i contribuenti che permettono ai disonesti di guadagnare denaro senza lavorare.
Dalle indagini sono emersi due casi nello specifico: quello di un croupier 59enne sorpreso al bar e di un ispettore 62enne che invece di stare a casa sofferente si godeva il sole coltivando il suo orto. La casa da gioco ha fatto sapere che non tollererà più atteggiamenti di questo tipo e che nei confronti dei due furbetti saranno presi provvedimenti disciplinari esemplari.