Non sono bastati i 24 pensionamenti che hanno interessato il casinò di Venezia nell’anno da poco concluso, in quanto secondo quanto emerso recentemente si sta cercando di continuare l’operazione volta a ridurre i costi del personale anche in funzione degli incassi sempre più ridotti della casa da gioco lagunare, sulla quale pesano stipendi troppo numerosi e spesso anche troppo elevati, specie se rapportati alle attività svolte da chi le percepisce e dal mercato del lavoro attuale.
Legge Fornero per altri 30 dipendenti
Secondo la situazione attuale, nel corso dell’anno raggiungeranno l’età pensionabile altri quattro o cinque dipendenti, tra cui anche alcuni dirigenti con stipendi particolarmente elevati, ma tutto questo ancora non sarebbe abbastanza.
Ci sono altri 30 operatori del casinò di Venezia per i quali si è pensato ad una uscita anticipata a fronte di buoni uscita, ma secondo quanto detto in una riunione tra la Cgil e la dirigenza della casa da gioco il costo di tale operazione sarebbe troppo elevato e peserebbe troppo sul bilancio della struttura e su quello del comune e quindi indirettamente anche sui cittadini veneziani. Il piano industriale della casa da gioco che prevede una netta riduzione dei costi stride se affiancato agli 85.000 euro annui che costerebbe ciascuno dei dipendenti allontanati prematuramente dal posto di lavoro.
Si può fare, ma senza buoni uscita
Una dichiarazione quella del casinò di Venezia che fa sorridere (si poteva forse evitare? Ndr) che ritiene attuabile questo piano di riduzione del personale solo a patto che il personale uscente accetti di farlo a costo zero, rinunciando ai buoni uscita previsti dalla legge ed è inutile dire che ciò non accadrà mai.
Desta preoccupazione inoltre il mancato deposito dei piani di accantonamento per la ristrutturazione di Ca’ Noghera che necessita degli interventi urgenti al fine di limitare il continuo calo degli incassi a cui si sta assistendo ormai da mese: sia per la questione degli esuberi che sul piano di ristrutturazione è stata fissata una nuova riunione per il 10 marzo nella quale si dovrebbe fare un po’ di chiarezza.