Il casinò di Saint Vincent cerca di difendersi dal decreto che lo condanna per discriminazione nei confronti di Rossella Bertone, ex responsabile della Direzione amministrazione, finanza e controllo che ha prestato servizio presso la casa da gioco valdostana fino a fine 2015, momento in cui è stata licenziata in quanto la sua funzione è stata accorpata alla direzione e dopo aver visto respinta la richiesta contro un licenzamento senza giusta causa, trova accoglimento della richiesta relativa alla sua retribuzione, troppo bassa rispetto a quella accordata ai colleghi maschi di pari livello.
La lavoratrice non è stata discriminata e il casinò impugna il decreto
Il giudice del lavoro di Aosta, Eugenio Gramola, il 5 gennaio ha condannato il casinò di Saint Vincent a risarcire l’ex dipendente per una somma che dovrà essere determinata a causa di una retribuzione troppo bassa, si dice inferiore addirittura del 40% rispetto a quella percepita da individui di sesso maschile anche di livello inferiore e questo potrebbe comportare per il casinò un esborso pari fino a 20 mila euro per ogni anno lavorato dalla Bertone, ai quali ovviamente si dovranno aggiungere interessi e rivalutazione monetaria.
“Abbiamo ritenuto il decreto passibile di impugnazione e pertanto l’abbiamo impugnato, sempre presso il giudice del lavoro” – questa la dichiarazione dell’avvocato Lorenzo Sommo, amministratore unico del Saint Vincent Resort & Casino rilasciata al portale GiocoNews.
L’azione del casinò di Saint Vincent porterà ad una rivalutazione di tutta la questione e la lavoratrice dovrà attendere ancora per avere il suo risarcimento, sempre ammesso che questa venga nuovamente confermato.