A fare notizia questa volta non è la clamorosa vincita di un Jackpot milionario alle slot machine o al piatto più ricco di una partita di poker high stakes, arrivano le fiamme, si ma quelle gialle con un vero e proprio blitz della Finanza al casino di Campione, che contesta alla struttura diversi illeciti e le accuse messe sul piatto sono davvero pesanti.
E’ stato reso noto solo negli ultimi giorni della maxi operazione che ha preso vita lo scorso 21 gennaio che ha visto impegnato il nucleo della Guardia di Finanza di Como affiancata da alcuni agenti del SCICO, reparto speciale delle Fiamme Gialle di Roma che si occupa dell’infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico locale. Tutto è iniziato alle sette di mattina in seguito ad una indagine attivata dalla procura di Como e che ha visto le forze dell’ordine requisire materiale contabile dagli uffici della casa da gioco, oltre alla perquisizione di alcune abitazioni private.
Accuse pesanti, ma eventuali responsabilità ancora da accertare
Il “piatto” tanto per usare un termine appropriato all’ambiente messe in tavola dal sostituto procuratore di Como, Maria Vittoria Isella, è molto pesante: associazione per delinquere finalizzata al peculato ed al riciclaggio. Sull’operazione rimane il massimo riserbo, ma pare che tutto sia partito in seguito all’operazione “Chemin de Fer” condotta dalla Finanza di Cagliari e che riguarda il riciclaggio di denaro proveniente da attività criminali proprio all’interno delle sale da gioco nazionali ed estere.
Smentito il buco di bilancio da 130 milioni di euro
Con le informazioni relative al blitz era trapelata anche la voce secondo la quale il casino di Campione d’Italia si trovasse in condizioni economiche critiche a causa di un buco di bilancio di oltre 130 milioni di euro, ma dal comune di Campione d’Italia, socio unico della società di gestione della casa da gioco giunge pronta la smentita dello stesso sindaco Marita Piccaluga che dichiara che questa accusa è priva di alcun fondamento e che il bilancio è stato approvato da tutti gli organi del consiglio di amministrazione e che tutto quanto è in regola. Il primo cittadino continua dimostrando il suo disagio in merito a questa inchiesta che inquina non poco l’immagine della città, ma che resta comunque serena in quanto certa del buon operato dell’amministrazione nella gestione del casinò.
L’ultima parola tocca all’amministratore delegato del casino
Carlo Pagan, in qualità di amministratore delegato del Casino di Campione d’Italia si dichiara dispiaciuto per l’accaduto ed in particolar modo deluso dagli organi di stampa che, pur di alimentare il sensazionalismo hanno parlato di dati non veritieri, in quanto la struttura Si sta impegnando al mantenimento della continuità aziendale con un fatturato che negli ultimi tre anni si è mantenuto costante. Pagan dichiara inoltre che i debiti in carico al casino, pari a circa 70 milioni di euro sono dovuti alla costrizione per il Casino di Campione di acquisire la proprietà dell’edificio che ospita le sale da gioco del valore di circa 160 milioni di euro e dello sfavorevole cambio franco-euro che ha penalizzato non poco i conti dell’azienda.
Non ci resta che attendere i risultati dell’inchiesta e magari focalizzarci su ciò che di buono a Campione accade o forse sta per accadere, come ad esempio il possibile accordo con il brand WSOP per i tornei di poker.