Curiosa storia quella che ha portato in tribunale un giocatore italiano, i suoi debiti di gioco e il casino di Nizza che vede il giocatore rifiutarsi di onorare un prestito che gli era stato concesso dalla casa da gioco e fino al livello di giudizio a cui si è arrivati, pare proprio che la legge dia ragione al giocatore, ma la storia non è ancora conclusa in quanto i giudici della Cassazione hanno preferito rinviare il giudizio ad un nuovo processo, lasciando la “patata bollente” da gestire alla Corte d’Appello di Milano.
Debiti di gioco per 17.000€ concessi dal casino di Nizza
Tutto accade presso il Casinò du Palais del Mediterranee di Nizza, dove un giocatore italiano, ben noto dalla direzione della casa da gioco, chiede di avere un presito per poter continuare a giocare dopo essersi trovato al verde. La sua richiesta e viene accolta e il cliente firma come garanzia assegni per 17.000 euro che risulteranno poi scoperti e qui comincia l’avventura legale.
In primo grado viene data ragione al giocatore quando si opposto al decreto ingiuntivo che lo costringeva a pagare, ma tutto viene ribaltato in appello in quanto i giudici ritengano che in questo caso specifico non sia applicabile la legge che non accorda azione per un debito di gioco e per il pagamento di una scommessa, in quanto trattasi di un debito conseguito da una casa da gioco regolamentata dalla legge (in questo caso francese).
La questione non finisce qui, in quanto il giocatore ricorre alla Cassazione che in un primo momento si esprime in favore del giocatore dichiarando che nel caso di prestiti concessi dal casino per alimentare il gioco, il cliente non sia tenuto a rendere la somma ricevuta, ma in realtà la conclusione della faccenda ci sarà solamente con le parole della Corte d’Appello di Milano, unica a poter mettere la parola fine alla questione.
Si accettano scommesse sull’esito della vicenda, ma niente assegni!