Non sempre operare in un paese in cui la moneta è estremamente forte risulta essere vantaggioso e questo sta accadendo in Svizzera dove a causa di un franco molto quotato le case da gioco stanno avendo non pochi problemi nel mantenere in salute le proprie casse ed una delle realtà che maggiormente sta accusando il colpo è il casinò di Lugano che si vede costretto a rivedere nuovamente i piani di riorganizzazione messi in atto solamente due mesi fa.
16 licenziamenti e la riduzione dei salari non bastano
Sembra proprio che quanto comunicato nel mese di febbraio dalla direzione della casa da gioco in merito all’ottimizzazione dei costi per mantenere sostenibile il modello di business del casinò di Lugano non siano più sufficienti e che toccherà tornare a discuterne. L’abolizione della soglia minima di cambio per il Franco Svizzero che continua a rafforzarsi ha causato un incremento di perdite per il casinò di Lugano.
L’amministratore delegato Patrick Lardi dichiara che nelle decisioni assunte dalla casa da gioco nel mese di febbraio, l’eventualità che l’abolizione della soglia minima di cambio venisse applicata era stata considerata, ma solamente in maniera parziale e purtroppo gli effetti si sono cominciati a vedere fin da subito e tocca correre ai ripari velocemente per evitare perdite ulteriori.
Lardi dichiara di essere certo che il casinò di Lugano possa comunque riuscire a chiudere l’anno in attivo, ma bisogna attivarsi fin da subito con nuove misure cautelative, volte a ridurre ulteriormente i costi operativi. E’ stato già convocato un tavolo del Cda dove si andrà a discutere di flessibilità del personale, ma anche di possibili tagli da effettuare al reparto che si occupa della gastronomia del casinò di Lugano, fino ad ora risparmiato dalle operazioni legate alla riduzione dei costi.
Situazione quindi difficile per la casa da gioco, ma sopratutto per i lavoratori che ne permettono l’operatività e che si trovano sempre in più in bilico tra un rinnovo di contratto, una riduzione di ore lavorate e salario o peggio ancora un licenziamento.