Uno dei temi caldi per il settore del gioco d’azzardo in questo 2015 è sicuramente legato alla particolare situazione che si è venuta a creare in Svizzera da diversi mesi a questa parte. Tutta colpa del cambio in realtà contro il quale nessun manager esperto del gambling avrebbe potuto far qualcosa. I clienti continuano a giocare, ma nella maggior parte dei casi arrivano dalla zona euro e spendono pensando in euro, ma alla fine il bilancio 2014 dei casinò svizzeri poteva essere peggiore.
Solo tre casinò svizzeri in passivo nel 2014
Sarà forse per merito dei puntuali adeguamenti messi in atto dai dirigenti delle varie case da gioco che hanno sempre tenuto sotto controllo la situazione o sarà perchè in realtà le cose alla fine sono andate meno male di quanto si potesse pensare, ma alla fine ad essere iscritti nel libro nero sono solo tre casinò svizzeri: il casinò di Davos che fatto segnare un passivo di 182.000 franchi, quello di St Moritz dove le perdite ammontano a 671.205 franchi e quello peggiore di tutti, ma era cosa abbastanza prevedibile, viste le tante difficoltà che sta affrontando in questi mesi è il casinò di Mendrisio che perde solo nel 2014 ben 840.000 franchi.
Davvero sterminata la lista dei casinò che hanno chiuso il bilancio 2014 in positivo tra cui il migliore è il casinò di Neuchatel che chiude con un attivo di 12.296.000 franchi e ricordiamo anche i quasi 3 milioni di utile del casinò di Lugano che in seguito alla ristrutturazione dell’organizzazione interna ad inizio anno e il lancio della nuova poker room lo scorso mese, si spera che possa migliorare ulteriormente i propri risultati in questo 2015.
La questione della moneta ha inciso e continuerà ad incidere perchè per chi vive in zona euro comprare in Svizzera tutto è diventato più caro, basti pensare che il classico menù da fast food che in Italia si paga circa 7 euro, in terra elvetica lo si può avere per non meno di 16 euro:una bella differenza! Questo purtroppo si ripercuote anche sul gioco, in quanto i clienti spendono sempre la stessa quantità di euro che però, rispetto ad un anno fa, corrispondono a circa un 30% in meno.