Quella del giocatore Anargyros Karabourniotis, meglio noto come Archie Karas è una di quelle storie ricche di fascino, che intrecciano vincite milionarie, perdite altrettanto consistenti e gioco irregolare, quest’ultimo gli è però costato molto caro, dato che è stato inserito in una speciale lista di giocatori indesiderati che per legge non hanno più diritto di mettere piede all’interno di un casinò nello stato del Nevada.
Archie Karas, noto anche come “The Run”
Il soprannome appioppato a questo giocatore non potrebbe essere più che azzeccato, visto che partendo da soli 50 dollari, riuscì tra il 1992 e il 1994 ad aggiudicarsi vincite per ben 40 milioni di dollari, riuscendo peraltro a mettere al tappeto ai tavoli delle vere leggende nel mondo del poker alla Texana come Stu Ungar e Doyle Brunson, piegandosi solo contro Jonnie Chan che fu in grado di vincere a Karas circa 900.000 dollari.
La fortuna (o altro) non è però eterna ed ecco che negli anni successivi a questo periodo d’oro il giocatore riesce a dilapidare tutto ciò che era riuscito a vincere, nonostante ciò ha continuato a prendere parte a diverse partite importanti tra queste anche le WSOP di Las Vegas dove nel corso degli anni è riuscito a raggiungere per sette volte i premi conquistando complessivamente vincite per oltre 200.000 dollari.
Baro al BlackJack nell’88 e recidivo nel 2013
Il problema di Karas è che il gioco pulito spesso non gli basta ed ecco che nel 1988 viene colto a barare ai tavoli del BlackJack per ben quattro volte e seppur sembrò che avesse ritrovato la retta via, il lupo perde il pelo ma non il vizio ed ecco infatti che nuovamente nel 2013, 25 anni dopo i suoi primi problemi è nuovamente attore protagonista di un raggiro ai tavoli del BlackJack e anche questa volta non l’ha fatta franca, anzi: per lui 3 anni di libertà vigilata e in questi giorni una sentenza che lo include in una lista di 32 nominativi a cui è inibito l’accesso a tutti i casinò posti all’interno dello stato del Nevada. Nel caso in cui Archie Karas dovesse decidere di violare questa imposizione, finirebbe in galera.