I campionati del mondo di poker sono giunti al termine o per meglio dire, sono giunti al termine per tutti tranne per i 9 giocatori che torneranno a novembre a contendersi il titolo di campione del mondo e tra i “November Nine”, così vengono chiamati coloro che avranno la fortuna di tentare a scalare l’olimpo per conquistare braccialetto e oltre 7 milioni di dollari assegnati al vincitore. Tra questi anche l’italiano Federico Butteroni, che tenterà la grande impresa.

Anche senza il final table di Butteroni, per gli italiani le WSOP 2015 sarebbero un successo
Sono oltre 2,5 milioni di dollari a passare nelle tasche dei nostri connazionali che sono passati alla cassa decine di volte, hanno preso posto a diversi tavoli finali e che grazie a Max Pescatori, portano pure in patria altri 2 braccialetti: mai è successo che gli italiani riuscissero a vincere ben due titoli in una sola edizione delle World Series of Poker e sono ancora concretamente aperte le porte al terzo braccialetto, quello più importante, quello che sfiorò Filippo Candio nel 2010 con il suo quarto posto e per il quale Butteroni è ancora in gioco.
Come mai così tanti risultati degli italiani quest’anno?
Sicuramente la dea bendata ci ha messo lo zampino, ma di certo sono anche le qualità tecniche degli italiani che dal boom del lancio del poker online italiano sono cresciuti e non poco. Conta anche il fatto che sono molti meno i connazionali che sono andati a Las Vegas rispetto agli anni in cui il Texas Hold’em era una vera e propria mania e quelli che ancora decidono di tornare in Nevada per le WSOP sono professionisti o amatori particolarmente preparati.
I casinò terrestri che hanno scelto di dedicare più spazio al poker stanno raccogliendo ottimi risultati, perchè il Texas Hold’em è in grado di muovere tanta gente che alla fine non si limita a prendere parte ai tornei, ma si diverte con tutto ciò che di altro il casinò ha da offrire.
Cosa aspetta Federico Butteroni a novembre
Ne è conscio anche il diretto interessato: le chips che gli sono rimaste per tentare di far suo un braccialetto non sono molte e dovrà sperare varcando le porte della Amazon Room del Rio Casinò di Las Vegas di ritrovare ad attenderlo quella fortuna che per ben 7 giorni di gioco lo ha accompagnato, perchè inutile girarci attorno: per mettersi dietro più di 6400 avversari, tra i quali figurano i più forti del mondo di fortuna ne serve davvero tanta.
Poche scelte quindi: ha meno chips di tutti i suoi avversari e non potrà quindi fare altro che cercare un raddoppio per poter tornare a giocare e ad impensierire i suoi avversari. Basti pensare che le sue chips corrispondono ad 1/10 di quelle possedute dal chipleader, ma chi conosce questo gioco sa che nella maggior parte dei casi chi arriva al tavolo finale al comando difficilmente riesce a vincere, al contrario capita spesso che giocatori nella condizione del nostro Butteroni possano riuscire nel colpaccio, magari azzardando qualche colpo per rientrare in partita.
Da perdere ormai c’è poco e si gioca solo per la gloria, in quanto ciascuno dei finalisti ha già in tasca un premio da almeno 1 milione di dollari e per il nostro Federico che prima di questo main event aveva accumulato vincite in carriera per poco più di 40.000 dollari, rappresenta il colpaccio che davvero cambia la vita.
Non ci resta che darci appuntamento con il tavolo finale del main event WSOP 2015 a novembre. Tutti pronti a tifare per Federico Butteroni!