Le WSOP 2016 ci riportano con i piedi per terra. Dopo tre anni l’Italia torna a casa senza alcun braccialetto. Un passo indietro netto da parte dei nostri giocatori, che sicuramente ambivano a ben altri risultati. In pochi si sono salvati da questa disfatta in terra americana, anche se aumentano gli “In the Money”.
Chiudiamo 14° nel medagliere
L’Italia, che lo scorso anno aveva chiuso al sesto posto generale e miglior risultato di sempre, arretra nell’edizione appena conclusa al quattordicesimo posto nel medagliere. Veniamo sorpassati da Francia e Spagna, così come da Brasile e Russia. Tolto qualche tavolo finale e la medaglia di bronzo raggiunta da Alessandro Borsa, siamo andati quasi sempre lontani dal bersaglio grosso. La parte da leone l’hanno fatto come sempre i padroni di casa degli USA, con 50 braccialetti vinti e il 51° a portata di mano, visto che almeno 5 players a stelle e strisce, hanno raggiunto il final table del main event WSOP.
Aumentano gli “In the Money”
Se il 2015 è stato l’anno di grazia per i bracciali vinti da parte dei nostri giocatori, con Federico Butteroni finalista del main event WSOP, nel 2016 facciamo il record di piazzamento a premio. Sono ben 142 gli ITM, un risultato paradossale, se consideriamo la scarsità di risultati importanti. Diciamo che ci manca qualcosa nella fase Last Stage, dove paghiamo il gap con altre scuole. Usa, Germania, UK e Canada in testa.
Cosa salvare da questa spedizione
A parte il numero di bandierine, c’è poco da ricordare per l’Italia in questa trasferta. Le uniche sicurezze arrivano dal nostro top player Max Pescatori, che anno dopo anno si conferma un pilone fondamentale per la truppa italiana. Il Pirata poi è l’unico azzurro davvero completo, capace di affrontare tutte le varianti del gioco e sembra ormai quasi più portato per quelle, che non per il texas hold’em. Ancora una volta il main event si conferma stregato per lui.