E’ a tutti gli effetti un mostro vivente del blackjack John Ferguson. Ma pochi lo conoscono con questo nome. Si è sempre presentato con lo pseudonimo di Stanford Wong, per non farsi riconoscere dai casinò. Il motivo? Aver inventato la tecnica del “Contare da dietro” e aver scritto una valanga di libri, che hanno cambiato il blackjack. Insomma un cliente scomodo per le case da gioco.
Chi era
Ferguson nasce nel 1943 nello stato della Georgia e fin dall’età di 10 anni, inizia di nascosto a studiare il Blackjack. I suoi strumenti sono 4 mazzi di carte, una calcolatrice e infine l”unico libro che circolava all’epoca su questo gioco: “Beat the dealer” di Thorp. Una lunga gavetta a casa, prima di compiere i fatidici 21 anni che li permisero di poter entrare per la prima volta in un casinò.
Un grande amore
Da quel momento fu amore a prima vista e soprattutto fonte di reddito inestimabile per Ferguson, che dopo la laurea, iniziò la carriera di insegnate: era docente all’Università di San Francisco (corsi Economia e Finanza). Ma dopo poco tempo si rese conto che la cattedra non era poi così remunerativa come il blackjack, passando a tutti gli effetti ad essere un giocatore d’azzardo.
Da professore a gambler, ma anche scrittore. John infatti si rese conto come il blackjack fosse un gioco dinamico, dove le strategie e le tattiche possono cambiare rapidamente. Così decise di scrivere il suo primo libro, “Professional Blackjack“. 350 pagine di strategie, consigli, percentuali, tabelle ed esempi veri, che cambiarono totalmente la visione del gioco, rispetto a come lo vedevano i players fino ad allora. Inizialmente non avrebbe voluto scriverlo, ma aveva raccolto così tanti appunti e dati, che alla fine fu quasi costretto da questa montagna di informazioni.
Ma la sua vera innovazione fu il conteggio da dietro, in inglese back counting. In pratica Ferguson non sedeva mai al tavolo, ma rimaneva anche ore in piedi ad osservare il gioco (wonging), contando le carte con il sitema Hi-Low.
Una volta che il mazzo diventava “caldo” ovvero favorevole, iniziava a scommettere sulle caselle posteriori, sempre rimanendo in piedi. Una tattica che lo portò a vincere un’infinità di dollari. In molti casinò sono arrivati a bandire il wonging, impedendo ai players di sedersi o di giocare a metà della sessione: “No Mid-Shoe Entry“.
Era talmente apprezzato dagli altri giocatori, che arrivò a scrivere delle pagine zeppe di appunti, che poi passava ai giocatori stessi, quando lo fermavano per avere dei consigli. E se ancora facevano altre domande, lui se le appuntava, e dava ulteriori risposte in un secondo momento. Non gli sfuggiva nulla.
Attualmente Ferguson si gode la pensione d’oro costruita negli anni assieme a sua moglie, dalla quale ha avuto due figli. Si occupa della sua società, la “Pi Yee Press “, oltre a gestire dei siti internet sul BJ, delle newsletter dove invia informazioni utili ad altri giocatori e spesso recensisce dei libri, facendo da consulente ad alcuni scrittori del gioco. Ma per sua stessa ammissione ha appeso le carte al chiodo, come ha rivelato in un’intervista al Las Vegas Mercury nel 2003:
“Quando ero giovane giocare a BJ era una sfida, ora sono diventato padrone del gioco e non ho più bisogno di soldi. Per vincere bisogna essere arrabbiati, bisogna recarsi al casinò alle 4 di mattina, quando i tavoli sono vuoti e io non ho più voglia di fare questo”.