Continua la interminabile soap opera che vede come protagonisti i comuni che ospitano i casinò chiusi ormai da tempo, di quelli che vorrebbero aprirne uno e il governo che proprio ques’oggi sembra aver dato dei segnali positivi e che fanno ben sperare per il futuro, ma la strada potrebbe essere molto più lunga di quanto si possa immaginare.
Casinò di San Pellegrino Terme, fermo dal 1917
Sono passati quasi 100 anni da quando l’ultimo giocatore ha abbandonata la struttura situata in provincia di Bergamo e che oggi ospita per lo più cerimonie e convegni e per la quale il sindaco di San Pellegrino Terme dichiara di essere fiducioso e che i segnali dati oggi dalla Camera dei Deputati che ha approvato diversi ordini del giorno a riguardo non possano che essere l’inizio di una seconda vita per il casinò.
Riaperture e diverse new entry
L’evidente squilibrio geografico che oggi governa i casinò italiani è sotto gli occhi di tutti ed il governo, secondo voci di corridoio, sarebbe propenso ad aprire altri quattro casinò da affiancare agli attuali, manifestando l’esigenza che questi venissero posizionati nel centro sud, operazione che permetterebbe ai cittadini di giocare in modo lecito e sopratutto di evitare trasferte all’estero per giocare.
Per San Pellegrino Terme il discorso è ben diverso: i segnali di oggi sono molto positivi e d’altro canto in un paese che deve far tornare i conti, dopo l’incremento delle tasse sugli incassi derivanti da slot e vlt, deve trovare modo di fare ulteriormente cassa e i casinò sono un’ottima fonte diretta di introiti, per non parlare dell’indotto che si genera attorno al business delle case da gioco, in grado di generare diverso denaro.
La variabile è il tempo: troppo ne è già passato e ancora molto dovrà passarne ancora, ma questa volta ci sentiamo di essere positivi sulla questione. Ciò che è avvenuto oggi rappresenta sicuramente una delle azioni più forti mai viste fare in parlamento.